lunedì 20 febbraio 2012

MATTEO FAMIGNI : VALE NEL 2012 LOTTERA' PER IL MONDIALE




Martteo Flamigni, ingegnere di pista di Valentino e da nove anni fedele membro dello staff di tecnici che lavora con Rossi, parla della nuova Gp12 7 giorni prima del secondo test che si terrà a Sepang dal 28 al 1 marzo prossimi.

Matteo, come e in quali aspetti è cambiata la Gp12 rispetto alla moto dello scorso anno?
“La Gp12 è una moto completamente cambiata rispetto alla Desmosedici versione 2011. Il principale motivo per cui Valentino ha incontrato tante difficoltà la passata stagione è la mancanza di feeling con l’anteriore, caratteristica fondamentale della sua guida. Per correggere questo difetto abbiamo lavorato su tre fattori: la distribuzione dei pesi, la rotazione del motore e la variazione della posizione in sella. Questi correttivi sembrano aver dato i frutti sperati visto che Vale, nella tre giorni di test di Sepang, ha espresso giudizi entusiastici proprio sulla fiducia sull’anteriore e in generale sulla moto nel suo complesso”
Essendo così nuova la Gp12 andrà migliorata. Quali sono i punti che dovete perfezionare?
“Essendo una moto che ha percorso appena 120-150 giri le zone d’ombra sono numerose. Sostanzialmente va migliorata nel suo complesso e sgrezzata. Una priorità però l’abbiamo bene in mente: il problema più marcato della Gp12 in questo momento riguarda l’accellerazione in uscita dalla curva. La moto si scompone ancora un po’ troppo e sicuramente lì andremo ad agire già a partire dai prossimi tre giorni di test in Malesia (dal 28 febbraio al 1 marzo, ndr)”.
In tanti per semplificare i discorsi hanno detto che la Ducati si è ‘giapponesizzata’. E’ vero che la Gp12 ricalca in toto i lineamenti di una moto nipponica stile Honda o Yamaha?
“Da sempre ciò che identifica le moto giapponesi è il telaio perimetrale in alluminio. Un particolare che da quest’anno contraddistingue anche la Ducati che finora aveva puntato sul motore portante. Questa decisione è frutto di un ragionamento. Tutti insieme, pilota, squadra e ingegneri siamo giunti a una conclusione: per andare forte nella MotoGp odierna è richiesto un telaio di quel tipo che permette regolazioni in tempi più rapidi. A un livello di competizione così esasperato la praticità e la velocità di intervento fanno tutta la differenza del mondo e per questo siamo andati in quella direzione”.


 Dunque, questa moto ricalca la filosofia Ducati oppure tradisce la storia di questa casa?
“La Gp12 è in tutto e per tutto una moto che incarna al 100% lo stile Ducati. Il telaio è perimetrale ma è stato pensato e fabbricato nel reparto corse da ingegneri che lavorano a Borgo Panigale come d’altronde il motore e tutte le altri parti. Anzi dirò di più proprio essendo una cosa mai fatta prima, sono convinto che lo spirito Ducati sia ancora maggiore”.
Valentino ha ritrovato il sorriso e si è detto finalmente felice della sua Ducati. Riuscirà a giocarsi il mondiale con Stoner e Lorenzo oppure no?
“Io sono convinto di sì. Il rendimento della moto a Sepang e soprattutto la voglia di tutti di cancellare un 2011 da incubo, sono segnali che mi fanno ben sperare per questa stagione. La moto è giovane ma ha grandissimi margini di miglioramento. Stiamo già lavorando e lavoreremo per migliorare ogni aspetto: elettronica, ciclistica, accelerazione per colmare il gap con Honda e Yamaha. Le premesse sono ottime e se penso alla fame e alla incredibile sete di rivincita e di vittoria di Rossi non posso che credere che possiamo fare grandi cose quest’anno”.
Dunque vedi una lotta a tre per il titolo: Stoner, Lorenzo e Rossi?
“Io non snobbo nemmeno Spies e Pedrosa, due piloti che hanno mostrato di saper essere molto veloci e che, se staranno bene e avranno continuità, potranno inserirsi nella lotta. Ovviamente Stoner parte in pole position. La facilità con la quale guida e porta al limite la Honda è impressionante anche se a Sepang Lorenzo è apparso in grande spolvero. Vedremo che succederà”.


Tornando al 2011 è stato l’anno più difficile da quando collabora con Valentino?
“Sicuramente sì. Per certi versi pure peggiore rispetto al 2007 in Yamaha. Almeno in quegli anni sapevi come risolvere i problemi in questo caso no. Quando non si crea mai quel rapporto di fiducia fra la moto e il pilota e vedi che qualunque cambiamento non porta risultati è frustrante. Però anche quell’esperienza è servita a cementare ancora più il gruppo di lavoro che ha iniziato a ragionare in ottica 2012 per fare una nuova moto veloce e competitiva. Ogni weekend di gara era per noi un test per valutare se la direzione intrapresa poteva essere giusta. Ora alla luce delle prime uscite della Gp12 si può dire che quel lavoro non è stato inutile”.
Dunque Rossi, nonostante i problemi e i pessimi risultati, non ha mai pensato di ritirarsi o lasciare la Ducati per andare da qualche altra parte?
“Non ha mai pensato né di mollare né di essersi in una sfida impossibile. Il feeling e la stima che Valentino ha verso Ducati e le persone che vi lavorano è sempre stato totale. Ha apprezzato tanto il coraggio della casa che, pur di venire incontro alle sue esigenze, ha stravolto e ripensato completamente la moto. Ora il rapporto mi sembra più solido che mai e non escludo che alla naturale scadenza del contratto (che si esaurisce nel 2012, ndr) ci possa essere un rinnovo per correre ancora insieme”.
A proposito di futuro, quest’anno la MotoGp con la scelta di aprire alle CRT si è lanciata in una nuova era. Come vedi il futuro della top class? I prototipi sono destinati a sparire?
“Le CRT quest’anno sono state introdotte perché era l’unico modo per avere una griglia con 10 moto o poco più. Sono state una sorta di ‘male necessario’. Per il futuro io spero e auspico che i prototipi non spariscano del tutto perché sarebbe una sconfitta per tutti. La casa regina se si vuole definire tale ha bisogno delle case ufficiali che investono e fanno ricerca ottenendo in cambio visibilità. E’ sempre stato così e spero che continui ad esserlo nonostante la grave crisi che stiamo vivendo”.
fonte: eurosport.it



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