domenica 26 giugno 2011

DOPO IL MUGELLO POTREBBE ROMERSI IL BINOMIO ROSSI-BURGESS???



Valentino Rossi dopo la gara di Assen fa capire che le cose all’interne della sua squadra potrebbero cambiare di qui a poco. Fra 7 giorni  si corre al Mugello, dove Vale ha girato tante volte con la Ducati e non dovrebbero esserci problemi…ma dopo la gara italiana potrebbero saltare alcune teste tra cui anche quella di Burgess, il capotecnico che dal 2000 lavora con Rossi. «Questa gara è un bicchiere mezzo pieno per il 4° posto per il quale avrei firmato dopo le qualifiche, ma è anche mezzo vuoto per il distacco (30"n.d.r.) che è davvero enorme».
Sicuramente c’è da considerare che la moto è nuova, necessita di un grosso lavoro di messa a punto che la variabilità del meteo olandese ha precluso, ma ci sono anche degli aspetti della metodologia di lavoro da affrontare. «Se avessi provato di più sull'asciutto, partendo magari in seconda fila, senza impiegare 4 giri per capire l'aderenza, avrei potuto fare meglio; però ci mettiamo sempre troppo tempo per capire che cosa fare e per effettuare poi le modifiche».
Valentino approfondisce l'aspetto del lavoro della sua squadra, imperniato sulla prudenza di Jeremy Burgess, che forse non ha i tempi di approccio dei quali la Desmosedici necessita. «La moto è nuova, va capito come lavorarci: speravamo che magicamente si sistemasse tutto ma il posteriore è migliorato e l'anteriore ancora no. In Ducati è più difficile rispetto ai team giapponesi che godono di 50 anni di esperienza: per me è importante avere la mia squadra perché ci conosciamo bene, ( me è fondamentale la specializzazione di chi sa a fondo la realtà Ducati, ma con questa me per fare una modifica, bisogna cambiare almeno tre cose.. però siamo sulla strada giusta per ridurre il divario, anzi siamo sulla strada e... basta. Andiamo al Mugello speranzosi: un podio sarebbe molto. La vittoria prima o poi, più poi che prima»
Vale parla anche della caduta dell'amico Simoncelli: «Addirittura pensavo fosse caduto lui e Spies. Mi dispiace per lui, poverino: fa la pole, va forte e poi capitano sempre queste cose: Non era un sorpasso cattivo,  sono cose che succedono. Anche Lorenzo ha detto che capita… Come? Ah no?».





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