martedì 19 luglio 2011

SE NON CI PENSA ROSSI CHI RISOLLEVA LE SORTI DEL MOVIMENTO MOTOCICLISTICO ITALIANO?



La crisi nel motomondiale non riguarda solo la coppia Rossi-Ducati, ma tutto il movimento motociclistico italiano. Infatti se il 46 sulla moto rossa finora non è riuscito a vincere neanche una gara, a portare tironfi in Italia non ci sono riusciti neanche gli altri piloti azzurri ad eccezione di iannone che ha vinto in Moto2 la gara di jerez prima di sparire in una crisi più nera di quella che sta attraversano Valentino. Eppure l'Italia nel motomondiale l'ha sempre fatta da padrone, solo 10 anni fa la classifica della classe regina a fine anno recitava: 1° Rossi, 2° Biaggi, 3° Capirossi. E anche nei primi anni del 2000 gli italiani hanno imperversato in tutte le classi vincendo titoli e mondiali a ripetizione...poi il nulla. La scorsa gara di Sachsenring ha visto Dovizioso chiudere quarto e Simoncelli sesto. Entrambi sono in scadenza di contratto, unici tra i big. Dovizioso, nonostante il terzo posto in classifica generale, non è sicuro del rinnovo (sarebbe la quarta stagione con la Honda ufficiale). Più probabile la conferma di Simoncelli, a dispetto dei non pochi errori al secondo anno in MotoGp.

Di Dovizioso non si parla mai granché. Forse paga quel suo essere troppo «normale». Quest'anno, Jerez a parte, non ha sbagliato nulla. Secondo (al Mugello due settimane fa), terzo, quarto. Eppure non accende. Max Biaggi lo ha definito «un buon passista che non ha mai brillato per risultati, inferiore a Simoncelli, non mi entusiasma». Anche i buoni risultati del 2011 vengono spiegati dai più con l'eccezionalità della Honda: Dovi timbra il cartellino, gli altri – con la stessa moto - vincono. Ora Stoner, che pure il mezzo non lo conosceva, e ora Pedrosa, che pure non è al top.

Il 25enne forlivese, campione 2004 in 125, pare un ragioniere di successo: professorino pignolo, Prost in diminutio. Gli exploit del 2008, quando fu rivelazione MotoGp alla guida di una Honda satellite, non sono stati confermati, al di là della vittoria sotto la pioggia a Donington 2009.
Simoncelli, che si sportella con Dovizioso (perdendoci spesso) dai tempi delle minimoto, è invece eroe in prova e Attila in gara. Anche per lui un titolo iridato, in 250 nel 2008. Dopo essere stato accusato di pericolosità, ha inanellato un florilegio di motoscontri che ha colpito proprio i suoi grandi accusatori, Lorenzo e Pedrosa. Ieri e al Mugello è stato molto giudizioso. Forse troppo.

Trovare la via di mezzo non sarà facile, per un ragazzo dotato ma stilisticamente ruspante.
Se Dovizioso sembra avere già raggiunto il suo top, Simoncelli ha margini di miglioramento. Non sarà mai però il «nuovo Rossi»: sono amici e si somigliano mediaticamente, ma Valentino è un gigante irripetibile. Lecito attendersi da Simoncelli una bella carriera, sbagliato imporgli la massima guevarista del «Siamo realisti, esigiamo l'impossibile».
Guardando oltre la Motogp però lo scenario dei piloti italiani non migliora...anzi...peggiora!  Dopo di loro, il diluvio. In 125 il meno peggio è Grotzkyj, 15°. In Moto2 Simone Corsi è terzo, ma staccatissimo dai primi due. L'unico nome spendibile è forse quello del 22enne Andrea Iannone. Dopo due gare era leader in Moto2 con 45 punti, poi il nulla. Crisi, paturnie: non si sa. Si sa però che Iannone è incline alla sbruffonata, agonisticamente umorale e non esattamente simpatico.

L'Italmoto piange, la Spagna regna (Marquez e Vinales sono talenti veri). E sorride anche la Germania con Bradl. La crisi riguarda un movimento intero, che non può sperare nell'immortalità agonistica di un Campionissimo.
fonte: lastampa.it



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